Rapporto sull'Ebola
Al
2 Ottobre 2014 in Sierra Leone e Guinea su 2800 Testimoni di Geova è
morta una sorella infermiera che ha contratto il virus. In Liberia su
6365 Testimoni 10 sono morti a causa della malattia, 6 erano operatori
sanitari. In Nigeria non risultano vittime tra Testimoni.
Nessun
missionario in questi paesi risultano infettati. Questo anche grazie
alle precauzioni sanitarie che le filiali del posto hanno preso. Dopo
aver appreso che il virus si stava rapidamente diffondendo le filiali
hanno inviato lettere per avvisare tutte le congregazioni nei 3 paesi, iIncorporando "linee guida" e suggerimenti forniti anche dagli enti
locali più spiegazioni sul virus, come si trasmette, quali precauzioni
prendere per prevenire la diffusione della malattie.
I viaggianti stanno
facendo visite di 2 giorni a congregazione dove pronunciano discorsi
intitolati "L'ubbidienza salva le vite" con l'obbiettivo di aumentare la
consapevolezza di seguire le indicazioni che la filiale provvede in
modo da non contrarre la malattia.
All'ingresso delle sale del regno
sono stati istallati stazioni di lavaggio delle mani contenenti acqua
mista a candeggina.
Le radio locali della Sierra Leone hanno illustrato
come i Testimoni hanno aiutato i loro membri a non contrarre la
malattia.
Ricordiamoci anche di loro nelle nostre preghiere.
9 OTTOBRE 2014 | DAL MONDO
NEW YORK. Mentre l'epidemia letale di Ebola devasta l'Africa occidentale, i Testimoni di Geova continuano attivamente a dare istruzioni ai componenti delle loro congregazioni riguardo alla malattia.
Appena hanno saputo che in Guinea erano stati scoperti casi di Ebola e che il virus si era diffuso velocemente nelle vicine Liberia e Sierra Leone, le filiali dei Testimoni di Geova della zona hanno immediatamente inviato lettere per avvisare le congregazioni di quei paesi. Le lettere includevano linee guida e consigli degli enti governativi locali e spiegavano quali sono i pericoli del virus, come viene trasmesso e quali misure preventive adottare per impedirne la diffusione. "Dato che questa è una zona in cui c'è scarsa informazione riguardo alle malattie e in cui circolano voci sbagliate in merito alle cause dell'Ebola, molti inizialmente erano confusi e non sapevano cosa fare", afferma Collin Attick, portavoce dei Testimoni di Geova in Sierra Leone. "Ma quando nelle Sale del Regno i componenti delle congregazioni hanno ricevuto le istruzioni, la risposta è stata immediata e concreta".
Da luglio, rappresentanti viaggianti dei Testimoni di Geova stanno facendo visite speciali di due giorni a ogni congregazione della Sierra Leone e della Guinea. Nelle visite viene pronunciato un discorso dal tema "L'ubbidienza salva la vita" con l'obiettivo di incentivare a usare misure di sicurezza contro la malattia e a seguire strettamente le linee guida più aggiornate. Queste visite continueranno durante tutto il mese di novembre 2014. In Guinea, Liberia e Sierra Leone i Testimoni hanno inoltre allestito postazioni per lavarsi le mani con acqua e candeggina all'entrata delle Sale del Regno (i loro luoghi di culto). Molti Testimoni in questi paesi stanno facendo lo stesso anche nelle loro case.
Come precauzione, una famiglia di Testimoni coopera rispettando la quarantena a Dolo, una città a est di Monrovia, in Liberia. Il periodo di quarantena si è concluso l'8 settembre 2014.
Secondo un rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del 1° ottobre 2014, sono stati riportati 7.178 casi di contagio, e oltre 3.300 persone hanno perso la vita a causa dell'epidemia di Ebola nell'Africa occidentale. Si prevede tuttavia che questi numeri aumenteranno. Al 2 ottobre, dei 2.800 Testimoni presenti in Guinea e Sierra Leone, una Testimone che lavorava come infermiera ha contratto il virus ed è deceduta il 25 settembre 2014. Dei 6.365 Testimoni presenti in Liberia, invece, le vittime sono state 10, di cui 6 erano operatori sanitari. Nonostante di recente il virus si sia diffuso anche in Nigeria, nessuno dei Testimoni locali ha contratto la malattia. Inoltre, nessun Testimone che serve come missionario in questi paesi è stato contagiato. Mentre il virus si diffondeva, diversi missionari erano in vacanza all'estero o si erano recati ai congressi in Europa e negli Stati Uniti. Alcuni di questi sono tornati alla loro attività di missionari e stanno prendendo le necessarie precauzioni seguendo le istruzioni date dalla filiale del posto. Altri stanno aspettando per rientrare, sia per le restrizioni ai voli che per altri motivi.
Una postazione per lavarsi le mani in una Sala del Regno della Sierra Leone.
I volontari dei comitati di soccorso dei Testimoni assistono i compagni di fede del posto nel prendersi cura delle loro famiglie e degli altri Testimoni che si trovano nelle zone maggiormente colpite dall'Ebola. "I princìpi biblici sull'igiene e la quarantena ci stanno aiutando a gestire meglio la situazione", dice Thomas Nyain, portavoce dei Testimoni di Geova in Liberia. "Come Testimoni di Geova evitiamo anche usanze funebri antiscritturali. Questo si sta dimostrando una vera protezione per tutti noi, specialmente in questo periodo critico".
Una stazione radio della Sierra Leone ha trasmesso un annuncio che sottolineava quanto i testimoni di Geova stavano aiutando i propri compagni di fede e anche non Testimoni della zona a non contrarre il virus. Le autorità hanno anche chiesto ai comitati di soccorso dei Testimoni di aiutare gli enti governativi locali.
"Ci incoraggia vedere che i nostri compagni di fede dell'Africa occidentale stanno prendendo le dovute contromisure mentre continuano a svolgere le loro attività spirituali e portano avanti l'opera di istruzione biblica nel limite del possibile", afferma J. R. Brown, portavoce internazionale dei Testimoni di Geova presso la sede mondiale a New York. "I nostri fratelli e le nostre sorelle spirituali, e tutti coloro che stanno facendo fronte all'epidemia di Ebola, sono nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere".