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La vita di una famosa artista
*** g75 22/12 pp. 16-20 La vita di una famosa artista ***
FORSE avete visto un quadro con una bambina pensosa dagli occhi   insolitamente grandi e tristi. Con tutta probabilità, l'ho dipinto io. Triste a   dirsi, ero infelice come i bambini che dipingevo.
Crebbi nella parte meridionale degli Stati Uniti, nella regione spesso   chiamata "Zona della Bibbia". Forse fu questo ambiente, o la mia nonna   metodista, a inculcare in me profondo rispetto per la Bibbia, sebbene la   conoscessi pochissimo. Da grande avevo fede in Dio, ma un mucchio di domande   erano rimaste senza risposta.
Malaticcia, spesso sola e timidissima, rivelai un precoce talento per il   disegno. Curiosa per natura, mi chiedevo qual era lo scopo della vita, perché   esistiamo, perché esistono pena, dolore e morte, e se Dio è buono. Sempre   "Perché?"
Queste domande, credo, si rifletterono in seguito negli occhi dei bambini   che dipingevo e spiegano, in parte, perché ebbero successo in tutto il mondo.   Degli occhi, sempre il punto focale, dicevano spesso che erano "pieni di   sentimento". Sembravano riflettere l'alienazione spirituale della maggioranza   d'oggi, il desiderio di qualcosa che questo sistema non è in grado di   offrire.
La strada per ottenere la fama nel mondo dell'arte fu cosparsa di spine.   Due matrimoni naufragarono, con conseguente grande angoscia mentale. Le   controversie sorte intorno alla mia vita privata e alla paternità dei miei   quadri diedero luogo ad articoli pubblicati in varie parti del mondo, processi,   fotografie e perfino titoli in prima pagina nei giornali. Per molti anni avevo   permesso al mio secondo marito di attribuirsi il merito dei miei quadri. Ma un   giorno, non potendo più continuare a perpetrare l'inganno, abbandonai lui e la   mia casa in California e mi trasferii nelle Hawaii. Dopo un periodo di   depressione, nel quale dipinsi pochissimo, tentai di rifarmi una vita e mi   risposai.
Nel 1970 ci fu una svolta decisiva nella mia vita quando un giornalista   dispose un incontro, teletrasmesso, fra me e il mio ex marito, che doveva   avvenire nella Union Square di San Francisco per stabilire chi era l'autore dei   miei quadri. Fui l'unica a farsi viva e ad accettare la sfida. La rivista Life   pubblicò un articolo su questo avvenimento, correggendo un precedente racconto   errato dove si attribuivano i quadri al mio ex marito.
La mia complicità nell'inganno era durata dodici anni e me ne rammaricherò   sempre. Tuttavia, mi insegnò che è utile dire la verità e che né fama, né amore,   né denaro né alcun'altra cosa valgono una coscienza tormentata.
Mi ponevo ancora domande sulla vita e su Dio e fui indotta a cercare le   risposte in luoghi strani e pericolosi. Investigai occultismo, astrologia,   chiromanzia e perfino l'analisi della calligrafia, in cerca delle risposte.   L'amore per l'arte mi fece investigare molte antiche culture e le loro   filosofie, riflesse nella loro arte. Lessi libri di filosofia orientale e   sperimentai perfino la meditazione trascendentale.
La fame spirituale mi spinse a esaminare le varie fedi religiose delle   persone che entravano nella mia vita. Da entrambe le parti della mia famiglia e   tra i miei amici venni a contatto con varie religioni protestanti oltre che con   quella dei metodisti, fra cui seguaci della Scienza Cristiana, mormoni, luterani   e unitariani. Quando sposai il mio attuale marito, un cattolico, investigai   seriamente quella religione. Tuttavia non trovai risposte soddisfacenti —   c'erano sempre contraddizioni — e mancava sempre qualcosa.
Salvo questa eccezione (il fatto che non avevo le risposte alle domande   importanti della vita), avevo infine cominciato a mettere a posto la mia vita.   Avevo ottenuto quasi tutto quello che volevo. Dedicavo la maggior parte del mio   tempo a fare quello che amavo di più, dipingere bambini (soprattutto bambine)   dai grandi occhi. Avevo un marito meraviglioso e un matrimonio felice, una   figlia adorabile e la sicurezza economica, e abitavo nelle Hawaii, il luogo   della terra che preferisco. Ma talora mi chiedevo perché non fossi completamente   soddisfatta, perché fumavo tanto e ogni tanto bevevo troppo e perché ero così   nervosa. Non mi accorgevo di quanto era divenuta egocentrica la mia vita nella   ricerca della felicità personale.
Cambiamento inaspettato
I testimoni di Geova venivano spesso alla mia porta, ogni due settimane, ma   di rado prendevo letteratura o prestavo loro molta attenzione. Non mi rendevo   conto che a suo tempo la mia vita sarebbe stata drasticamente cambiata da alcuni   colpi bussati alla mia porta. Quella particolare mattina due donne orientali,   una cinese e l'altra giapponese, vennero alla mia porta. Qualche tempo prima   della loro venuta, mia figlia mi aveva fatto vedere un articolo che spiegava   come il giorno di riposo era il sabato, non la domenica, e com'era importante   osservarlo. Ne eravamo state entrambe così colpite che cominciammo a frequentare   la Chiesa degli Avventisti del Settimo Giorno. Avevo smesso di dipingere il   sabato, pensando fosse peccato. Quando chiesi dunque a una di queste donne   venute alla mia porta qual era il giorno di riposo, fui sorpresa dalla sua   risposta: "Il sabato". Così le chiesi: "Perché non l'osserva?"
Non era il colmo dell'ironia che io, di origine caucasica, cresciuta nella   "Zona della Bibbia", chiedessi informazioni a due Orientali che probabilmente   erano cresciute in un ambiente non cristiano?
Ella aprì una Bibbia logora e vi lesse direttamente delle scritture per   spiegare perché i cristiani non devono più osservare né il sabato né le altre   varie caratteristiche della legge mosaica, perché fu data la legge del sabato e   il futuro Sabato di 1.000 anni.
La sua conoscenza della Bibbia mi fece un'impressione così profonda che   volli io stessa esaminare ulteriormente la Bibbia. Accettai con piacere il libro   La Verità che conduce alla Vita Eterna, che ella disse spiegava le dottrine   basilari della Bibbia. Quando la settimana dopo la donna tornò, mia figlia e io   cominciammo a studiare la Bibbia regolarmente. Fu una delle più importanti   decisioni della mia vita e produsse cambiamenti enormi nella vita di   entrambe.
In questo studio della Bibbia il mio primo e più grande ostacolo fu la   Trinità. Poiché credevo che Gesù fosse Dio, parte di una Trinità, quando quella   credenza fu improvvisamente messa in dubbio fu come se mi strappassero la terra   di sotto i piedi. Fu spaventoso. Poiché ciò che credevo non reggeva alla luce di   quello che leggevo nella Bibbia, mi sentii all'improvviso così profondamente   sola come non mai. Non sapevo chi pregare ed ero tormentata dai dubbi, perfino   che ci fosse un Dio.
Ostacoli
Gradualmente mi convinsi mediante la Bibbia che l'Onnipotente Dio è Geova,   il Padre (non il Figlio), e mentre studiavo rinasceva in me la fede che era   naufragata, edificata questa volta sul vero fondamento. Ma con l'aumentare della   conoscenza e della fede, crebbero le difficoltà. Mio marito mi minacciò di   lasciarmi e altri intimi familiari furono assai turbati. Comprendendo che cosa   si richiede dai veri cristiani, cercai una via d'uscita poiché non pensavo di   potere mai dare testimonianza a estranei né di andare di porta in porta a   parlare ad altri del regno di Dio.
Mia figlia, che studiava ora in una città vicina, progrediva molto più in   fretta. Il suo progresso divenne anzi un altro ostacolo per me. Ella credeva   così completamente a quello che imparava da voler prepararsi a diventare   missionaria. Immaginando la mia unica figlia in un paese remoto mi spaventai e   decisi di doverla proteggere, per impedirle di fare un passo così drastico.   Cominciai dunque a cercare un difetto. Pensavo che se riuscivo a trovare   qualcosa nell'insegnamento di questa organizzazione che non era sostenuto dalla   Bibbia avrei potuto convincere mia figlia.
Essendo tagliata per i particolari la ricerca fu minuziosa. Finii per   acquistare oltre dieci diverse traduzioni della Bibbia, tre concordanze e molti   altri dizionari biblici e libri di consultazione per integrare i libri della   biblioteca. Ricevetti uno strano "aiuto" da mio marito, che spesso portava a   casa libri e opuscoli nei quali si screditavano i Testimoni. Mi immersi nella   loro lettura, soppesando attentamente tutto quello che dicevano. Ma non trovai   il difetto.
Invece, la falsità della dottrina della Trinità, oltre al fatto che i   Testimoni conoscono e fanno conoscere il nome del Padre, il vero Dio, e il loro   amore gli uni per gli altri e la stretta attinenza alle Scritture, mi convinsero   che avevo trovato la vera religione. Non potei fare a meno d'essere   profondamente colpita dal contrasto esistente fra i testimoni di Geova e le   altre religioni in questioni di denaro.
A suo tempo, il 5 agosto 1972, mia figlia e io fummo battezzate, insieme a   una quarantina d'altri, nel bel Pacifico azzurro, e quello è un giorno che non   dimenticherò mai. Ora mia figlia è tornata a casa per dedicare tutto il suo   tempo a servire come Testimone qui nelle Hawaii. Mio marito è ancora con noi e   si meraviglia dei cambiamenti avvenuti in entrambe.
Gli occhi tristi cedono il posto agli occhi ridenti
Da che ho dedicato la vita a Geova, sono avvenuti molti cambiamenti nella   mia vita. Uno dei primi fu che smisi di fumare. In effetti, ne persi sia il   desiderio che il bisogno. Avevo questo vizio da ventidue anni, e fumavo in media   un pacchetto di sigarette al giorno o più. Avevo cercato disperatamente di   perdere il vizio perché sapevo che era nocivo, ma non vi ero riuscita. Con   l'aumentare della fede, la scrittura di II Corinti 7:1 fu il più forte   incentivo. Con l'aiuto di Geova mediante la preghiera e credendo alla sua   promessa contenuta in Malachia 3:10, infine persi del tutto il vizio. Con mia   sorpresa, non ne sentii la mancanza né provai alcun disagio!
Altri cambiamenti furono le profonde trasformazioni psicologiche che   avvennero nella mia personalità. Timidissima, insicura, introversa ed   egocentrica per natura, trascorrevo lunghe ore in solitudine, di cui avevo   bisogno per dipingere e allentare le tensioni: ma sono divenuta molto più   socievole ed espansiva. Ora dedico molte ore a ciò che odiavo fare — parlare   alla gente — e ne godo ogni minuto!
Un altro cambiamento è stato che dedico alla pittura solo un quarto del   tempo che vi dedicavo prima, eppure, sorprendentemente, faccio quasi la stessa   quantità di lavoro. Pure le vendite e i commenti indicano che i miei quadri sono   anche migliori. La pittura era quasi un'ossessione per me. Ero spinta a   dipingere perché era la mia terapia, la mia evasione e il mio svago, essendo la   mia vita completamente imperniata su di essa. Mi piace ancora immensamente, ma   non provo più la sensazione di non poterne fare a meno. Avendo accresciuto la   mia conoscenza di Geova, Fonte di ogni abilità creativa, non è una meraviglia   che la qualità dei miei quadri sia migliorata mentre è diminuito il tempo   necessario per dipingerli.
La maggior parte del tempo che dedicavo alla pittura lo impiego ora nel   servizio di Dio, studiare la Bibbia, ammaestrare altri e frequentare le cinque   adunanze di studio biblico tenute settimanalmente nella Sala del Regno. Negli   scorsi due anni e mezzo, diciotto persone hanno cominciato a studiare la Bibbia   con me. Di queste, otto studiano ora con zelo, una è pronta per essere   battezzata e un'altra è stata battezzata. Di tra i loro familiari e amici, altre   tredici persone hanno iniziato lo studio con altri Testimoni. È stata una grande   gioia e un grande privilegio partecipare all'opera di aiutare altri a conoscere   Geova.
In principio non fu facile rinunciare alla solitudine che tanto amavo, al   mio modo di vivere e a gran parte del tempo che dedicavo alla pittura, e mettere   la volontà di Geova al primo posto, prima di qualsiasi altra cosa. Ma ero   disposta a provare e, pregando e confidando nell'aiuto di Geova, ogni passo   avanti fu più facile e venne ricompensato. Fui quasi sopraffatta non solo dalle   benedizioni spirituali ma anche da molte benedizioni materiali, che mi   confermarono la sua approvazione e il suo aiuto.
Quando ripenso alla mia vita, il mio primo acquerello, che feci a circa   undici anni, appare ora piuttosto significativo. Consisteva di due versioni   della stessa bambina: quella in secondo piano era triste, con le lagrime agli   occhi; quella in primo piano aveva occhi luminosi e ridenti. In passato, i   simbolici occhioni tristi che dipingevo rispecchiavano le imbarazzanti   contraddizioni manifeste nel mondo intorno a me, causa di tante domande. Ora ho   trovato nella Bibbia le ragioni delle contraddizioni esistenti nella vita che un   tempo mi tormentavano, oltre che le risposte alle mie domande.
Acquistata accurata conoscenza di Dio e del suo proposito per l'umanità, ho   ottenuto vera sicurezza, avendo l'approvazione di Dio e la pace e la felicità   interiori che l'accompagnano. Questo si nota tanto nei miei quadri che anche gli   altri se ne accorgono. Lo sguardo triste e smarrito dei grandi occhi è stato ora   sostituito da uno sguardo più felice. Mio marito ha perfino chiamato uno dei   miei recenti bambini dai grandi occhi felici "Il testimone oculare"! 
 
 

 
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