Una cittadella per i Testimoni di Geova a San Biagio
L’area al vaglio come sede per l’Alta Italia Il piano: case per 500 ospiti e sala da 5mila post
di Francesco Romani
BAGNOLO SAN VITO. La Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova ha individuato San Biagio come possibile futura sede della nuova “Betel”, cioè della comunità nella quale volontari provenienti da tutta Italia svolgono a turno per periodi limitati servizi non retribuiti, vivendo assieme e studiando la Bibbia. Si tratterebbe, in sostanza di una piccola città composta da una grande sala delle assemblee capace di contenere almeno 5mila fedeli, gli edifici per i servizi ed alloggi per circa 500 persone su una superficie complessiva di 80mila metri quadri. Attualmente l’unica “Betel” italiana è nei dintorni di Roma, ma voci ne indicano un possibile ampliamento aprendo una seconda struttura nel Nord Italia. La notizia, tenuta sinora riservata, è stata confermata dall’«Ufficio informazione pubblica» della filiale italiana dei testimoni di Geova a Roma che ha aggiunto che l’ipotesi mantovana è rimasta in selezione assieme ad altri due dopo una valutazione partita da una ventina di siti. L’ipotesi, ma su questo al momento è in corso una successiva valutazione, potrebbe prevedere il trasferimento della stamperia europea, oggi a Selters, in Assia (Germania), verso l’Italia, dove era ospitata sino al 2010. Il terreno individuato è la lottizzazione di circa 90mila metri quadri che si trova a San Biagio, a Ovest dell’Autobrennero esattamente di fronte alla Città della Moda.
Come noto, i Testimoni di Geova sono un movimento religioso cristiano riconosciuto dallo Stato. La sede mondiale è a Brooklin, nello Stato di New York. Una delegazione italiana ha incontrato il sindaco Roberto Penna circa un mese fa, esponendo i propri intendimenti.
«Hanno spiegato di essere alla ricerca di terreni urbanizzati dove trasferire la loro attività comunitaria – ha spiegato il primo cittadino – e che in questa ricerca avevano individuato diverse località nell’Alta Italia. Una, ad esempio, è vicino a Cattolica, in Romagna. L’area di San Biagio che loro hanno individuato in effetti è già destinata a residenziale e servizi dal nostro Pgt. I terreni sono privati e quindi il Comune non viene interessato dalla trattativa. Noi ci siamo premurati – prosegue il primo cittadino - di capire che tipo di insediamento si prospettava e soprattutto se si trattava di persone residenti o meno, perché nel caso di residenti è necessario aumentare la dotazione dei servizi, come le scuole. Ci hanno spiegato, invece, che le abitazioni servono come alloggi provvisori per le persone che svolgono a turno servizi, utilizzando le loro ferie». Una sorta di “campo di studio e lavoro”, insomma, che si svolgerebbe nell’arco dell’intero anno.
Le persone che prestano servizio in queste strutture fanno parte di quella che viene definita “famiglia Betel”. Secondo la spiegazione dell’organo ufficiale dei testimoni di Geova, La Torre di Guardia, costoro «vivono, lavorano, mangiano e studiano insieme la Bibbia in unità. In ogni Betel ci sono uomini e donne cristiani impegnati a fare la volontà di Dio. Non ricevono uno stipendio ma viene loro provveduto vitto ed alloggio e un sussidio per le spese personali. A tutti coloro che servono alla Betel viene affidato un compito, che sia in ufficio, in cucina, nella sala da pranzo, o negli altri servi. Alcuni si occupano delle pulizie, della lavanderia, della manutenzione e di altri compiti ancora».
Secondo i dati forniti dal movimento, nel 2013 i testimoni di Geova attivi nell’opera di predicazione sono circa 250mila, risultando la seconda religione dopo il cattolicesimo per i residenti italiani. Nella Betel alla periferia nord Est di Roma dal 1972 c’è anche la sede nazionale dei testimoni di Geova. I componenti della famiglia di Betel partecipano all’opera di proselitismo e vengono assegnati durante il loro servizio, alle congregazioni vicine.
BAGNOLO SAN VITO. La Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova ha individuato San Biagio come possibile futura sede della nuova “Betel”, cioè della comunità nella quale volontari provenienti da tutta Italia svolgono a turno per periodi limitati servizi non retribuiti, vivendo assieme e studiando la Bibbia. Si tratterebbe, in sostanza di una piccola città composta da una grande sala delle assemblee capace di contenere almeno 5mila fedeli, gli edifici per i servizi ed alloggi per circa 500 persone su una superficie complessiva di 80mila metri quadri. Attualmente l’unica “Betel” italiana è nei dintorni di Roma, ma voci ne indicano un possibile ampliamento aprendo una seconda struttura nel Nord Italia. La notizia, tenuta sinora riservata, è stata confermata dall’«Ufficio informazione pubblica» della filiale italiana dei testimoni di Geova a Roma che ha aggiunto che l’ipotesi mantovana è rimasta in selezione assieme ad altri due dopo una valutazione partita da una ventina di siti. L’ipotesi, ma su questo al momento è in corso una successiva valutazione, potrebbe prevedere il trasferimento della stamperia europea, oggi a Selters, in Assia (Germania), verso l’Italia, dove era ospitata sino al 2010. Il terreno individuato è la lottizzazione di circa 90mila metri quadri che si trova a San Biagio, a Ovest dell’Autobrennero esattamente di fronte alla Città della Moda.
Come noto, i Testimoni di Geova sono un movimento religioso cristiano riconosciuto dallo Stato. La sede mondiale è a Brooklin, nello Stato di New York. Una delegazione italiana ha incontrato il sindaco Roberto Penna circa un mese fa, esponendo i propri intendimenti.
«Hanno spiegato di essere alla ricerca di terreni urbanizzati dove trasferire la loro attività comunitaria – ha spiegato il primo cittadino – e che in questa ricerca avevano individuato diverse località nell’Alta Italia. Una, ad esempio, è vicino a Cattolica, in Romagna. L’area di San Biagio che loro hanno individuato in effetti è già destinata a residenziale e servizi dal nostro Pgt. I terreni sono privati e quindi il Comune non viene interessato dalla trattativa. Noi ci siamo premurati – prosegue il primo cittadino - di capire che tipo di insediamento si prospettava e soprattutto se si trattava di persone residenti o meno, perché nel caso di residenti è necessario aumentare la dotazione dei servizi, come le scuole. Ci hanno spiegato, invece, che le abitazioni servono come alloggi provvisori per le persone che svolgono a turno servizi, utilizzando le loro ferie». Una sorta di “campo di studio e lavoro”, insomma, che si svolgerebbe nell’arco dell’intero anno.
Le persone che prestano servizio in queste strutture fanno parte di quella che viene definita “famiglia Betel”. Secondo la spiegazione dell’organo ufficiale dei testimoni di Geova, La Torre di Guardia, costoro «vivono, lavorano, mangiano e studiano insieme la Bibbia in unità. In ogni Betel ci sono uomini e donne cristiani impegnati a fare la volontà di Dio. Non ricevono uno stipendio ma viene loro provveduto vitto ed alloggio e un sussidio per le spese personali. A tutti coloro che servono alla Betel viene affidato un compito, che sia in ufficio, in cucina, nella sala da pranzo, o negli altri servi. Alcuni si occupano delle pulizie, della lavanderia, della manutenzione e di altri compiti ancora».
Secondo i dati forniti dal movimento, nel 2013 i testimoni di Geova attivi nell’opera di predicazione sono circa 250mila, risultando la seconda religione dopo il cattolicesimo per i residenti italiani. Nella Betel alla periferia nord Est di Roma dal 1972 c’è anche la sede nazionale dei testimoni di Geova. I componenti della famiglia di Betel partecipano all’opera di proselitismo e vengono assegnati durante il loro servizio, alle congregazioni vicine.
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