Alla fine c'è il link all'articolo originale... mi raccomando, non pensare male!
Il matematico di Oxford, John Lennox, tra scienza e fede.
Abbiamo già avuto modo di parlare in Ultimissima 23/8/11 del prestigioso
matematico John Lennox, docente presso l'Università di Oxford. Avendo
pubblicato da poco il suo ultimo libro, "God and Stephen Hawking: Whose Design
Is It Anyway?" (Lion UK 2011), è frequentemente intervistato dalla stampa e in
questi giorni ha rilasciato un'interessante intervista a Roland Ashby,
spaziando a tutto campo sulle tematiche in comune tra scienza e fede.
FINE TUNING. Dopo aver parlato del continuo stupore per l'intelligibilità
razionale dell'Universo, Lennox ha descritto quelle che lui vede come le
"impronte di Dio": «una di questi è l'ordine e il disegno che sono espressi
dall'eleganza delle leggi che sono state scoperte. Il design può anche essere
valutato in un "fine tuning" dell'universo, che è la "versione scientifica"
della Genesi. Essa ci dice che c'è una sequenza che porta ad un obiettivo: gli
esseri umani. Il "fine tuning", afferma che le costanti fisiche fondamentali
che regolano la struttura dell'universo devono essere "sintonizzate" in modo
incredibilmente preciso per permettere che la vita possa esistere».
EVOLUZIONE E DNA. Affrontando il classico tema dell'evoluzione, il matematico
di Oxford afferma: «E' importante sottolineare che, qualunque cosa si pensi
dell'evoluzione, non è possibile dedurre l'ateismo da essa. Dopo tutto, l'
evoluzione è essenzialmente un meccanismo che fa qualcosa, e l'esistenza di un
meccanismo che fa qualcosa non è di per sé un argomento contro l'esistenza di
un Designer che ha progettato il meccanismo per fare quel qualcosa». Non fa
critiche all'evoluzione nel senso darwiniano, il suo scetticismo risiede «nella
presunta capacità creativa dell'evoluzione, che credo la scienza non abbia
dimostrato. Quello che mi interessa come matematico è l'origine della vita
stessa, e l'evoluzione non ha nulla da dire su questo, come anche Richard
Dawkins ha dovuto recentemente riconoscere. L'evoluzione darwiniana, in quanto
dipende dall'esistenza di un replicatore mutante, chiaramente non può spiegare
l'esistenza di un replicatore». Il DNA, dice Lennox, «è il più sofisticato
linguaggio che abbiamo mai incontrato. E' un testo, un testo creato da un'
intelligenza, e che, a mio avviso, è una forte conferma della dichiarazione
biblica "In principio era il Verbo". Il DNA punta in alto verso un Progettista,
non verso il basso su irragionevoli processi senza guida. Come scienziato,
preferisco di gran lunga preferito una spiegazione che ha un senso, ed è
coerente». Lennox ha citato il fisico e premio Nobel Robert Laughlin, il quale
ha spiegato di essere stanco dell'uso dell'evoluzione come "tappabuco". Dice
infatti Laughlin: «Un pasticcio di proteine diventa un pollo. Come? Lo ha fatto
l'evoluzione. Questo è un non-argomento». Anche il professor William Provine,
tra i principali biologi evoluzionisti americani, afferma che la selezione
naturale, per quanto egli può ora vedere, fa molto poco. Tuttavia, assicura
Lennox, «la mia fede in Dio non dipende certo dalla soluzione di un problema
biologico, ma è la mia scienza a rendermi scettico verso la macro-evoluzione».
LA FEDE SI APPOGGIA SU DELLE PROVE. Dopo una riflessione sul Big Bang e sui
suoi inevitabili richiami biblici sull'inizio dell'universo, il docente di
Oxford ha parlato ottimamente della compatibilità tra scienza e fede: «Quando
mi chiedono di tenere una conferenza su "scienza e fede", la mia risposta è
quella di sottolineare come questo titolo dia la falsa impressione che la fede
sia un concetto religioso che non ha nulla a che fare con la scienza. Molte
persone hanno acquisito un'errata visione della fede, per cui essa è credere
quando non ci sono prove. In realtà, la fede cristiana si basa su prove. La
fede è inseparabile dalla ricerca scientifica».
MIRACOLI NON VIOLANO LEGGI DELLA NATURA. Lennox risponde perfino ad una
domanda sulla Risurrezione, criticando la visione di David Hume secondo cui
essa violerebbe tutte le leggi della natura. Lennox afferma: «La risurrezione
non viola le leggi della natura. Dio può avviare un nuovo evento in un sistema.
Che cos'è una legge scientifica? Non è una legge nel senso della
giurisprudenza, si tratta di una legge nel senso matematico, e questo significa
che è la nostra descrizione di quel che accade normalmente, ma non è la causa
di quel che accade, e questo è il punto cruciale». Un grande studioso di Hume è
stato il filosofo della scienza Antony Flew, l'ateo più famoso del mondo,
padrino di Richard Dawkins e convertitosi al deismo nel 2004 per motivazioni
esclusivamente scientifiche. Egli arrivò a contestare duramente la nozione di
miracolo come violazione della legge della natura.
Il matematico di Oxford ha infine ricordato la profonda stima verso CS Lewis,
tra i più grandi pensatori inglesi. Ne ha citato anche una frase: «Gli uomini
sono diventati scienziati perché si aspettavano delle leggi in natura, e loro
si aspettavano delle leggi in natura perché credevano in un Creatore delle
leggi».
Abbiamo già avuto modo di parlare in Ultimissima 23/8/11 del prestigioso
matematico John Lennox, docente presso l'Università di Oxford. Avendo
pubblicato da poco il suo ultimo libro, "God and Stephen Hawking: Whose Design
Is It Anyway?" (Lion UK 2011), è frequentemente intervistato dalla stampa e in
questi giorni ha rilasciato un'interessante intervista a Roland Ashby,
spaziando a tutto campo sulle tematiche in comune tra scienza e fede.
FINE TUNING. Dopo aver parlato del continuo stupore per l'intelligibilità
razionale dell'Universo, Lennox ha descritto quelle che lui vede come le
"impronte di Dio": «una di questi è l'ordine e il disegno che sono espressi
dall'eleganza delle leggi che sono state scoperte. Il design può anche essere
valutato in un "fine tuning" dell'universo, che è la "versione scientifica"
della Genesi. Essa ci dice che c'è una sequenza che porta ad un obiettivo: gli
esseri umani. Il "fine tuning", afferma che le costanti fisiche fondamentali
che regolano la struttura dell'universo devono essere "sintonizzate" in modo
incredibilmente preciso per permettere che la vita possa esistere».
EVOLUZIONE E DNA. Affrontando il classico tema dell'evoluzione, il matematico
di Oxford afferma: «E' importante sottolineare che, qualunque cosa si pensi
dell'evoluzione, non è possibile dedurre l'ateismo da essa. Dopo tutto, l'
evoluzione è essenzialmente un meccanismo che fa qualcosa, e l'esistenza di un
meccanismo che fa qualcosa non è di per sé un argomento contro l'esistenza di
un Designer che ha progettato il meccanismo per fare quel qualcosa». Non fa
critiche all'evoluzione nel senso darwiniano, il suo scetticismo risiede «nella
presunta capacità creativa dell'evoluzione, che credo la scienza non abbia
dimostrato. Quello che mi interessa come matematico è l'origine della vita
stessa, e l'evoluzione non ha nulla da dire su questo, come anche Richard
Dawkins ha dovuto recentemente riconoscere. L'evoluzione darwiniana, in quanto
dipende dall'esistenza di un replicatore mutante, chiaramente non può spiegare
l'esistenza di un replicatore». Il DNA, dice Lennox, «è il più sofisticato
linguaggio che abbiamo mai incontrato. E' un testo, un testo creato da un'
intelligenza, e che, a mio avviso, è una forte conferma della dichiarazione
biblica "In principio era il Verbo". Il DNA punta in alto verso un Progettista,
non verso il basso su irragionevoli processi senza guida. Come scienziato,
preferisco di gran lunga preferito una spiegazione che ha un senso, ed è
coerente». Lennox ha citato il fisico e premio Nobel Robert Laughlin, il quale
ha spiegato di essere stanco dell'uso dell'evoluzione come "tappabuco". Dice
infatti Laughlin: «Un pasticcio di proteine diventa un pollo. Come? Lo ha fatto
l'evoluzione. Questo è un non-argomento». Anche il professor William Provine,
tra i principali biologi evoluzionisti americani, afferma che la selezione
naturale, per quanto egli può ora vedere, fa molto poco. Tuttavia, assicura
Lennox, «la mia fede in Dio non dipende certo dalla soluzione di un problema
biologico, ma è la mia scienza a rendermi scettico verso la macro-evoluzione».
LA FEDE SI APPOGGIA SU DELLE PROVE. Dopo una riflessione sul Big Bang e sui
suoi inevitabili richiami biblici sull'inizio dell'universo, il docente di
Oxford ha parlato ottimamente della compatibilità tra scienza e fede: «Quando
mi chiedono di tenere una conferenza su "scienza e fede", la mia risposta è
quella di sottolineare come questo titolo dia la falsa impressione che la fede
sia un concetto religioso che non ha nulla a che fare con la scienza. Molte
persone hanno acquisito un'errata visione della fede, per cui essa è credere
quando non ci sono prove. In realtà, la fede cristiana si basa su prove. La
fede è inseparabile dalla ricerca scientifica».
MIRACOLI NON VIOLANO LEGGI DELLA NATURA. Lennox risponde perfino ad una
domanda sulla Risurrezione, criticando la visione di David Hume secondo cui
essa violerebbe tutte le leggi della natura. Lennox afferma: «La risurrezione
non viola le leggi della natura. Dio può avviare un nuovo evento in un sistema.
Che cos'è una legge scientifica? Non è una legge nel senso della
giurisprudenza, si tratta di una legge nel senso matematico, e questo significa
che è la nostra descrizione di quel che accade normalmente, ma non è la causa
di quel che accade, e questo è il punto cruciale». Un grande studioso di Hume è
stato il filosofo della scienza Antony Flew, l'ateo più famoso del mondo,
padrino di Richard Dawkins e convertitosi al deismo nel 2004 per motivazioni
esclusivamente scientifiche. Egli arrivò a contestare duramente la nozione di
miracolo come violazione della legge della natura.
Il matematico di Oxford ha infine ricordato la profonda stima verso CS Lewis,
tra i più grandi pensatori inglesi. Ne ha citato anche una frase: «Gli uomini
sono diventati scienziati perché si aspettavano delle leggi in natura, e loro
si aspettavano delle leggi in natura perché credevano in un Creatore delle
leggi».
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