"Lettera di un cucciolo triste ai padroni in vacanza"
Sono giorni che mi muovo inquieta, osservando tristemente i vostri preparativi.
Gli umani intorno mi guardano teneramente.
Loro sanno.
Ricordano.
Come ricordo io.
È arrivato il "momento".
Il giorno in cui voi partite per le vacanze e mi lasciate sola, in cortile, senza un riparo, io che, di notte, dormo in casa assieme a voi.
E ho paura. Perché mi sento già sola. Perché il cibo che mi avete lasciato non basterà.
E chissà se ci sarà qualcuno a prendersi cura di me, o dovrò impazzire ancora una volta, ai botti di Ferragosto.
Mi guardano, i vostri vicini.
Sussurrano teneri "povera Lilli, ti hanno messa fuori"…
E io, che sono giovane e bisognosa d'amore, abbasso la testa.
Sono fortunata, lo so.
Non sono stata abbandonata sul ciglio di una strada, ho una casa, una veranda dove ripararmi.
Ma è buio, qui fuori, questa sera.
Più buio del solito.
Sono talmente triste che non faccio più la sentinella.
Io, che a ogni apertura di cancello, corro a controllare chi sta arrivando.
Perché vi voglio proteggere.
Ma voi non mi vedete.
Non mi sentite. Nemmeno quando siete con me. Ma a me basta lo stesso, perché siete la mia famiglia.
Alzo gli occhi, colmi di tristezza, chiusi in un muto "Perché?".
La mia disperazione è palpabile in questo sguardo muto, nel silenzio, privo del mio gioioso abbaiare.
Mi trascino, muta, ai margini del cortile, per rientrare, mesta, nel mio angolo buio.
Lo sguardo fisso, consapevole, diretto a quella porta chiusa che so, io lo so, stasera non si aprirà.
I vicini mi chiamano. Alzo la testa. Non mi muovo, scusatemi se non saluto. Se potessi piangere, lo farei.
Mi ripiego su me stessa, le zampe a sostenere il peso di questa mia solitudine.
Cari "padroni", Abbandono non è solo il ciglio di un'autostrada.
È anche un cortile vuoto, in una calda giornata d'estate.
Il primo di lunghi giorni infelici, in attesa, di chi non merita tanto amore e fedeltà.
Ma io vi aspetto lo stesso…ricordatevi di me.
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